Se non ora, quando?

Ero curioso di vedere Greta Thunberg. Assieme alla mia compagna Lois abbiamo passeggiato fino al parlamento svedese, e l’abbiamo trovata lì, attorniata da alcuni attivisti che si facevano fotografare con lei. C’erano telecamere e fotografi, c’era una varia umanità con cartelli del tipo “Psychologists for Future”, “Fathers for Future”, “Grandparents for Future”. Dopo la foto si è allontanata con il suo sacco a pelo ed il suo zaino, per andare pranzare in un posto li vicino.

Guardandola ho avuto un tuffo al cuore, una ragazza così piccola e potente, così concentrata e testarda nel suo scopo, così imperturbabile nel suo intento. Mi ha fatto ricordare che quando avevo venti anni (quasi trenta anni fa quindi) leggevo del cambiamento climatico, ero per la decrescita felice, per il credito solidale, poi la vita mi ha portato da tutta un’altra parte (facile eh, dar la colpa alla vita!). Volevo avvicinare Greta per dirle che la mia generazione ha perso un’occasione, che ha perso trent’anni ad occuparsi di guerre in Iraq, di armi di distrazione di massa, di crisi economiche, gloablizzazione, Amazon, Mc Donalds, auto sempre più grandi con i cerchi in lega sempre più lucidi.

Poi ho pensato che forse a lei del pignisteo di un vecchio che ha perso il treno per l’unica rivoluzione che conta, quella per l’ambiente, non frega niente. Forse la sua risposta sarebbe stata: allora inizia adesso a combattere per il futuro dei tuoi figli!

Grazie Greta!

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